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A valle della due giorni del 14 e del 15 maggio che ci ha visti impegnati a Napoli a discutere insieme a centinaia di ragazzi sul tema degli usi e degli abusi dei videogame nei giovani e nei giovanissimi, rimane appunto un nemico di abbattere e ha una fisionomia definita. Lo ha ben descritto Antonio Polito nel suo editoriale sul Corriere del Mezzogiorno domenica 19 maggio.
“In fin dei conti – scrive Polito – il nemico che dobbiamo combattere nella nostra gioventù è sempre lo stesso, anche se si presenta con facce diverse; ed è l’alienazione, la disumanizzazione, lo smarrimento del sé. Riempire quel vuoto è l’imperativo della nostra epoca, a Napoli come altrove. Ed è un vuoto così grande che non si può che colmare goccia a goccia, un po’ alla volta, con la parola e con l’uso della ragione”.
Antonio Polito, Combattere le dipendenze cominciando in una scuola (Corriere del Mezzogiorno, 19 maggio 2019)
Si tratta di riempire dei vuoti e si tratta di farlo da ora, scrive Polito e io sottoscrivo.
“Uno potrebbe dire: ma con tutti i problemi che ha questa città andate a pensare a Fortnite? Vi preoccupate dei video giochi dei vostri figli quando qua il video gioco di guerra si fa sul serio ogni giorno nelle strade, e di recente anche negli ospedali, con i cattivi che vincono sempre? Vi confesso che l’ho pensato anch’io quando Marilù Faraone Mennella mi ha chiesto di aiutarla a organizzare per i ragazzi di Napoli una iniziativa sulle dipendenze tecnologiche. Marilù è diventata di recente ambasciatrice della comunità di San Patrignano nella nostra regione.
Antonio Polito, Combattere le dipendenze cominciando in una scuola (Corriere del Mezzogiorno, 19 maggio 2019)
Con l’abituale energia civica che la contraddistingue, Marilù intendeva portare a Napoli il tema della lotta alle dipendenze, ma con una specificità: non guardare solo a quelle da sostanze psicotrope, dall’eroina che uccide fino alla marijuana (sì, anche la marijuana dà dipendenza, l’8% dei ragazzi oggi a San Patrignano sono in comunità per sfuggirvi); ma occupandosi anche delle altre e più subdole forme di moderna schiavitù moderna, per esempio quella dal gioco, che è diventata una vera e proroga piaga sociale capace di rovinare la vita di migliaia di famiglie (San Patrignano ha aperto di recente una comunità per la disintossicazione dalle ludopatie).
Antonio Polito, Combattere le dipendenze cominciando in una scuola (Corriere del Mezzogiorno, 19 maggio 2019)
Ecco perché ho partecipato al convegno che si è svolto martedì scorso nella scuola Carlo Poerio, al Corso Vittorio Emanuele. Ed ecco perché, dopo quella riunione, ho cambiato idea sui dubbi che avevo all’inizio. Non è infatti per niente fuori luogo occuparsi, nel pieno delle emergenze napoletane, di temi come questi, che sembrerebbero troppo sofisticati rispetto al dramma sociale o criminale della nostra città. Ho invece assistito a uno di quei rari momenti di «educazione civica» che dovrebbero piuttosto essere estesi, e diventare una prassi nelle nostre scuole. C’erano decine di genitori ma, quel che più conta, decine di studenti, ragazzi delle medie, oggi perfettamente in grado di comprendere temi del genere, perché sono già la loro vita.
Antonio Polito, Combattere le dipendenze cominciando in una scuola (Corriere del Mezzogiorno, 19 maggio 2019)
Esperti capaci di parlare con chiarezza e semplicità, docenti ricchi di umanità e esperienza (al dibattito ha preso parte anche la prof che ha avuto in classe Antonio Piccirilli, il figlio del boss sceso in piazza contro la criminalità dopo il ferimento della piccola Noemi), ragazzi interessati e consapevoli: l’alchimia che si è realizzata per un pomeriggio in quella scuola, grazie all’intraprendenza della preside Daniela Paparella, è forse un modello che andrebbe replicato anche per altre tematiche. In fin dei conti il nemico che dobbiamo combattere nella nostra gioventù è sempre lo stesso, anche se si presenta con facce diverse; ed è l’alienazione, la disumanizzazione, lo smarrimento del sé, l’infelicità, il senso di sconfitta che può far perdere autocontrollo e autostima. Spingendo i ragazzi a far del male agli altri, come accade con la sopraffazione e la violenza; o a se stessi, come accade con le dipendenze.
Antonio Polito, Combattere le dipendenze cominciando in una scuola (Corriere del Mezzogiorno, 19 maggio 2019)
Riempire quel vuoto è l’imperativo della nostra epoca, a Napoli come altrove. Ed è un vuoto così grande che non si può che colmare goccia a goccia, un po’ alla volta, con la parola e con l’uso della ragione. Non rimetteremo in piedi questa città con un singolo gesto, un atto, un voto, cambiando un sindaco o un questore. Ma cambiando tutti noi, un po’ alla volta, e insieme con i nostri figli. Sarà lungo e difficile, dunque è meglio cominciare subito.
Antonio Polito, Combattere le dipendenze cominciando in una scuola (Corriere del Mezzogiorno, 19 maggio 2019)
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